FINALMENTE EGITTO (3)

LUXOR E I SUOI TEMPLI

Partiti da Dandara arriviamo in serata a Luxor, il nostro fascinoso hotel ci attende.

Il Winter Palace è un oasi di pace di lussureggianti giardini secolari e si trova sulla riva destra (East bank) del Nilo ad appena pochi minuti a piedi dal tempio di Luxor. Costruito a fine Ottocento, durante la Prima guerra mondiale fu utilizzato solo dai militari poi a fine conflitto venne riaperto agli ospiti e da allora vi hanno soggiornato esponenti di famiglie reali e personaggi celebri che hanno reso famoso l’hotel.

Tra loro Howard Carter, lo scopritore dei tesori di TUT ANKH AMON, la scrittrice Agatha Christie, il re dei belgi Alberto I, il collezionista di antichità egizie George Herbert, la poetessa Violaine Vanoyeke e il governatore della Libia Italo Balbo. Dopo una doccia calda attraversiamo il giardino e saliamo l’imponente scalinata che porta nel palazzo storico, ceniamo nell’elegante ristorante la Corniche quindi passeggiamo nel corridoio pieno di quadri, stampe e reperti antichi per poi concludere la serata con un tè alla menta nello splendido bar.

Mi guardo attorno, le composizioni floreali, i legni, i tendaggi, i mobili in stile, i libri… la mente galoppa e penso che un viaggio in Egitto per vedere i suoi monumenti non possa prescindere dal passare almeno una notte in un posto come questo. Trovarsi qui è come essere immersi in un atmosfera ricca di romanticismo e storia dove si respira a pieni polmoni l’avventura.

Alle undici torniamo in camera, finalmente ci si può allungare su un accogliente lettone king size, domani ci aspettano i templi di Luxor in mattinata e Karnak nel pomeriggio.

Di buon mattino accompagnati dai fenicotteri e alcune upupe che scorrazzano nei giardini usciamo dall’hotel.

Di fronte a noi, aldilà del Nilo che scorre tranquillo, la West bank e la montagna tebana, nostra destinazione di domani. Oggi invece percorriamo la Mabad al Karnak sulla destra e ci dirigiamo verso l’ingresso del tempio di Luxor che è poco lontano, solo qualche centinaio di metri. C’è molta gente, abbiamo preso un periodo in cui le scuole sono chiuse per una breve vacanza, per cui molte famiglie egiziane sono in visita ai monumenti.

Come ho già detto nella precedente puntata, non voglio raccontare le millenarie storie dei templi, tutte le informazioni si possono trovare in rete, quello che voglio raccontare sono le sensazioni di chi per la prima volta si trova di fronte a queste meraviglie.

È tutto grande, imponente, colossale. Questi piloni, statue e colonnati li ho sempre visti in fotografia è quindi difficile rendersi conto delle loro dimensioni, almeno fino a quando non ci si trova, come adesso, al loro cospetto. Davvero c’è da chiedersi come gli antichi Egizi abbiano potuto realizzare tutto questo.

Incredulo e col naso all’insù cammino nella grandiosità di questi siti, cerco di catturare con la macchina fotografica ogni dettaglio, una veduta particolare, più immagini possibili per paura che un domani mi possa scordare di quello che i miei occhi vedono oggi. Una paura sbagliata, perché anche a distanza di tempo tutto è così vivo nel cuore e nella mente da sentire ancora i profumi, il tepore del sole, la brezza sulla pelle, il contatto con le pietre antiche… Dallo zaino prendo il mio libro, trovo giusto fare una foto in questo luogo dove nel 1276 a.C. sotto il regno di Ramses II, il racconto prende inizio.

La suggestione è forte e l’immaginazione corre, quando i molti visitatori si allontanano e il tempio piomba nel silenzio par di sentire dietro le colonne i passi dei sacerdoti, gli scribi, le guardie del tempio.

Torniamo all’hotel nel tardo pomeriggio non prima però di aver percorso una parte del caotico e colorato suk... un bailamme di suoni e voci, siamo inseguiti da agguerriti e insistenti venditori di tutto e di più, con fatica riusciamo a divincolarci e far perdere le nostre tracce… perfetta conclusione di una giornata memorabile.

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